“Avevo 16 anni quando, nel suo studio, vidi per la prima volta le sue opere: la bellezza e la tragedia animavano le sue immagini. Era il 1956.
Convivevano, sulle pareti, le “Erinni”, gli “Incubi” ed i dipinti nati dalla sua meraviglia per il nostro paesaggio, per la nostra costa.
Vederlo lavorare era sempre un nuovo spettacolo di bravura, di intelligenza, di poesia, di grande padronanza tecnica mai venuta meno anche quando negli anni Settanta dipingeva le ultime opere nello studio di Santo Stefano Magra così ricche di sintesi nelle dense orchestrazioni dei bianchi.
E’ stato per me un Maestro a cui devo molto: mi ha insegnato a dar voce senza timore alle mie inclinazioni, alla mia creatività.
Francesco Vaccarone
“Giuseppe Caselli è un artista figlio del Novecento, secolo che ha attraversato da protagonista coerente e discreto, difensore dei valori irriducibili della pittura. La sua avventura esistenziale segna infatti il secolo da poco tramontato in totale accordo con una ricerca pittorica che ha avuto forti consonanze con l’ambito internazionale, ma sempre vicino alle fonti ispirativi provenienti dal territorio di elezione: La Spezia, il suo golfo e tutta la Liguria.
Caselli resta pittore attento e sensibile sempre; divisionismo, espressionismo, naturalismo sono ambiti linguistici che ha saputo coltivare, restando fedele ad un’idea di pittura intesa come legame con il mondo e come sentimento di partecipazione all’avventura della vita nei suoi aspetti più quotidiani e semplici.
Occuparmi oggi dell’Archivio Caselli per me rappresenta non solo un’opportunità professionale, ma anche la possibilità di riattivare un legame personale. La mia famiglia è di origine spezzina e in casa di mio nonno ricordo una piccola marina che rappresentava la mia idea del Golfo di La Spezia, così vicina e così lontana da Taranto, città in cui i miei parenti si erano trasferiti nel dopoguerra. Arte e vita finiscono sempre per coincidere”.
Prof. Valerio Dehò, docente di Estetica all’Accademia di Belle Arti di Bologna
“In questi anni, ammirando i lavori di Giuseppe Caselli, mi sono reso conto di come il Maestro abbia scelto di rappresentare fra quanto di più raro e bello c’era nel nostro territorio e di più caro e drammatico c’era nel Suo animo scegliendo di dargli vita per i nostri occhi, lavorando con le Sue mani materie umili e semplici, dimostrando così quanto c’è di prezioso nel genio umano”.
Paolo Asti, Presidente Startè